Partinico: il barbaro assassinio di Leonardo “Nardo” Lauriano lascia sgomenti. Nel racconto del prof. Sergio Bonnì (2020) scopriamo la figura dello storico tassista partinicese

di Sergio Bonni

Storie di taxisti della Partinico dagli anni ’50 agli anni ’90 del secolo scorso attraverso i racconti di nardu lauriano, l’ultimo degli autonoleggiatori, amico degli animali.

Fino agli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, già dalle prime luci del mattino, la Partinico di Piazza Duomo pullulava di gente.. I contadini offrivano la loro opera “a jurnata”, nella speranza di essere assunti da proprietari terrieri; il loro riferimento era la scalinata della Chiesa Madre.

Gli spazi ai lati degli “Otto Cannoli” erano occupati da furgoni e camioncini i cui proprietari erano pronti a rendere il loro sevizio a tutti coloro che necessitavano di vari trasporti.

Tanti erano i manovali che si fermavano da “Don Carruzzu l’Irbariu”, per consumare una tisana preparata con le fresche acque della vicina fontana. Dalla vicina Piazza Verdura (Piazza Verdi) dove si teneva il mercato ortofrutticolo si sentivano le urla dei banditori di frutta, pronta per essere destinata ai negozi della città e dei paesi vicini. Un continuo viavai di carrelli, trattori, carretti, biciclette. Tutti si davano un gran da fare. I ragazzi dei bar facevano la spola dai vicini bar Moka, Excelsior ed Extrabar, portando caffè e colazioni ai richiedenti.

Alcuni, per affrontare la dura e lunga giornata lavorativa, optavano per una colazione più sostanziosa, mangiando un “muffulettu cu i panelli” nelle vicine friggitorie di Scagghidda, Console o da Don Palicchiu Giargiana; altri, in alternativa alle fritture, preferivano una “bedda mafarda” con salame e provoletta, che potevano acquistare nella “putia” di generi alimentari “ ‘nna signura Maria Amatu”, già aperta dalle quattro del mattino.

Nella parte alta di Piazza Duomo sostavano le Mercedes, le Fiat 1300 e 1500, le Lancia Flavia e le Fiat 600 Multipla dei noleggiatori in attesa di clienti. Per approfondire le mie conoscenze su come operavano gli autonoleggiatori, contatto l’87enne Nardu Lauriano, ultimo di quegli autisti ancora in vita che sostavano a Piazza Duomo.Nardu Lauriano, previo appuntamento, mi accoglie a casa sua e comincia il suo racconto invitandomi a non interromperlo. Lo assecondo ed egli comincia come un fiume in piena a parlare.<< A mia memoria le auto private nel partinicese si contavano sulle dita di una mano. Ricordo che circolavano non più di 15 – 20 automobili. Tra queste le Fiat Balilla del rag. Matteo Bertolino, di don Ciccio Passannanti, di Totò Bommarito, quella del notaio Gianì, la Fiat 509 Torpedo di don Peppino Scalia, la Lancia Aurelia del notaio Antonino Randisi, la Fiat 1100 del dottor Bonura e qualche altra di cui non ricordo. Oltre alle citate auto, I mezzi di trasporto erano i carretti trainati da muli, le biciclette e ogni tanto ci si imbatteva in alcune motociclette dal rumore assordante che ammorbavano l’aria con la tipica puzza di olio bruciato tra le vie del paese, piene di buche, pozzanghere, animali domestici e quant’altro.Per gli spostamenti ci si rivolgeva a noi autonoleggiatori o, in alternativa, le persone utilizzavano gli autobus della ditta Salvatore Di Bari, oppure prendevano il treno per raggiungere Palermo. Tra i noleggiatori ricordo con affetto Nino Causarano, Ciccio Emmolo, “Brasi” Ferrara, Tano Mazzola, Nino Parrino, Tanino Quatrosi, Mommo Di Carlo, Saro Rigano, Nenè Mineo, Totò Cagnina, Risino, Rosolino Dantoni, Vincenzo La Corte, Italiano e qualche altro di cui non ricordo il nome. A cavallo tra gli anni ’50 e ’60 il numero dei noleggiatori divenne più corposo e la categoria si arricchì di personaggi di cui mi sembra doveroso fare menzione; mi riferisco a quelle figure che, oltre ad esplicare la normale attività di noleggiatori, si rendevano disponibili anche per altre incombenze particolari: vedi “fuitine” o, molto meno frequenti “carricatine”. Il più quotato e il più richiesto sulla piazza, a tal proposito, era Nino Manto conosciuto da tutti con l’appellativo di “Nino Pumaroru”, uomo dai mille mestieri. Esercitavamo con la licenza comunale e l’amministrazione locale ci destinava delle somme ad integrazione per il servizio pubblico reso. Le destinazioni maggiori, da parte dei nostri clienti, erano principalmente Palermo e i paesi limitrofi. Richiestissimi eravamo in occasione di cerimonie: matrimoni, anniversari, battesimi etc. Per quanto riguarda il nostri tariffario, ricordo, ma non so specificare il periodo, che ammontava a £ 20 a Km, più le spese di benzina o del gasolio >>.Nardo Lauriano verso la fine degli anni ’30 è costretto ad abbandonare la scuola, perché a casa dovevano darsi tutti da fare per garantire il minimo indispensabile alla sopravvivenza della povera e numerosa famiglia. Già all’età di 7/8 anni, Nardo viene indirizzato dal padre a “mastru varberi” prima e a “mastru d’ascia” dopo. Al rientro dal servizio militare (primi anni ’50) trova lavoro come aiuto camionista per conto di tale Galati. Nel 1953 decide di mettersi in proprio e compra a rate una Fiat 1100. Inizia così la sua attività di autonoleggiatore che condurrà per l’intera vita. Oggi Nardo Lauriano, classe 1933, si gode il suo meritato riposo curando i suoi interessi, le sue campagne, il suo orto, e accudisce giornalmente anche i cani del suo quartiere, non negando mai loro una carezza e qualche croccantino.